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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha appena inferto un nuovo colpo al marchio asiatico ZTE: l'amministrazione del Paese americano ha vietato a qualsiasi azienda americana di vendere qualsiasi prodotto a ZTE per i prossimi sette anni. Questi prodotti includono il processore Qualcomm Snapdragon, realizzato negli Stati Uniti, o qualsiasi componente del marchio Dolby.
ZTE e gli Stati Uniti: una faida di lunga data
E a cosa è dovuta questa punizione? Nel marzo 2017 ZTE si è dichiarata colpevole, in un tribunale federale dello stato del Texas, di aver aggirato l'embargo che le proibiva di vendere materiali all'Iran e alla Corea del Nord. A quel tempo, l'azienda asiatica è stata condannata a 890 milioni di dollari di multa. Inoltre, si è impegnata a licenziare 4 dipendenti di alto rango e penalizzare 35 dipendenti con bonus ridotti o qualsiasi altra punizione che l'azienda ritenga opportuna.
Nonostante la punizione, a marzo si è appreso che, sebbene avesse rispettato l'ordine di licenziamento dei 4 alti funzionari del suo organigramma, non aveva sanzionato il resto dei dipendenti. Tutto ciò ha fatto sì che il governo decida di punire nuovamente il brand, che riceve dalle aziende statunitensi tra il 25% e il 30% dei componenti con cui costruisce i suoi dispositivi.
La decisione di punire il marchio cinese è l'ennesima pietra nella tesa e apparente guerra fredda commerciale tra Stati Uniti e gigante asiatico. Il 5 aprile l'amministrazione Trump ha annunciato tariffe sull'importazione di 1.300 prodotti cinesi per un valore di 50.000 milioni di dollari, a cui la Cina ha risposto con tasse di importo simile. Tra i 1.300 prodotti che hanno aumentato le tasse ci sono beni ad alto valore aggiunto, come prodotti chimici e farmaceutici, dispositivi elettronici e macchinari industriali.
Sono osservati da vicino nel Regno Unito
Il divieto di acquisto di prodotti da parte di ZTE negli Stati Uniti ha effetto immediato. Nessuna azienda, da ieri, può vendere alcuno dei suoi prodotti all'azienda di telefonia mobile in nessuna circostanza. A questo colpo va aggiunta un'ulteriore sanzione di 300 milioni di dollari a quella già inflitta nel marzo dello scorso anno. D'altra parte, anche gli asiatici sono nei guai con il Regno Unito.
Il National Cyber Security Centre (NCSC) del Regno Unito ha pubblicato un manifesto rivolto al settore delle telecomunicazioni in cui si afferma che l'uso di apparecchiature prodotte da ZTE può rappresentare un rischio per la privacy dei cittadini. Una lettera, inoltre, pubblicata lo stesso giorno in cui è entrato in vigore negli Stati Uniti il divieto di vendita di componenti a ZTE. Nella dichiarazione, l'NCSC fa riferimento all'ammenda inflitta a ZTE dal governo americano.
C'è già una risposta sul lato asiatico della disputa. La Cina ha assicurato che adotterà misure adeguate per proteggere le sue aziende. Per ora, ha iniziato chiedendo al governo americano di creare un "ambiente giusto, equo e stabile per le aziende cinesi" che operano all'interno dei suoi confini. ZTE è una società che ha stabilito un'ampia cooperazione commerciale con aziende negli Stati Uniti, dove ha già creato decine di migliaia di posti di lavoro. ZTE ha rifiutato di commentare per il momento.