Nel mondo della tecnologia in generale e della telefonia in particolare, sembra che sia giunto il momento in cui una ferita può rimarginarsi prima che venga inflitta. O quasi.
Diciamo questo perché mentre l'opzione per sbloccare un terminale Apple utilizzando la tecnica del Jailbreak è un'opzione che molti utenti vogliono avere a disposizione dal primo momento in cui hanno il dispositivo tra le mani, è sempre necessario attendere qualche giorno, o addirittura qualche mese (custodia per iPad 2) fino a quando il sistema non può essere piegato. O no?
Sembra che nel caso dell'iPhone 5 la storia cambierà. Almeno, se ciò che sottolinea il collettivo Chronic Dev Team è vero. Questo gruppo di hacker avrebbe trovato la soluzione in modo che il processore dell'iPhone 5 (il dual-core A5 a GHz, che è presumibilmente quello che vedremo nell'Applephone, erede dell'ultimo tablet dell'azienda) non sia un problema durante il processo di sblocco.
Precisamente, il chip centrale sarebbe stato dietro la resistenza Numantine che l'iPad 2 ha offerto quando si è tentato di sbloccare. Tutti gli aggiornamenti di sistema, infatti, sono stati accompagnati da una nuova pubblicazione degli strumenti necessari al Jailbreak di iPhone o iPad (prima generazione). In alcune occasioni il margine di manovra era di poche ore; nel peggiore dei casi, pochi giorni.
Ma con l'iPad 2 il compito era molto più difficile. E infatti, fino a tempi recenti, le difese del sistema non potevano essere compromesse. Nel caso della prossima piattaforma, iOS 5, a poche ore dalla sua presentazione, lo scorso giugno, il programma che permette lo sblocco del sistema tramite una procedura assistita potrebbe già essere trovato su Internet, dunque, sempre affidandosi a quanto affermato dal Chronic Dev Team, l'iPhone 5 potrebbe essere sottoposto a Jailbreak sin dal momento del suo lancio. Certo: supponendo che abbia effettivamente lo stesso processore A5 dell'iPad 2 (basato sull'architettura Samsung).