Anno 2012. Huawei inizia lo sviluppo del proprio sistema operativo senza sospettare (o no, non possiamo dare nulla per scontato a questo punto) che sette anni dopo Donald Trump ne avrebbe complicato l'esistenza. Ed è che il presidente degli Stati Uniti, come già sapete, ha posto il veto a qualsiasi rapporto commerciale tra le società nordamericane e il gigante cinese. Molti alludono al fatto che si tratti di una strategia per salvaguardare il Paese dal presunto “spionaggio” compiuto dall'azienda attraverso i suoi terminali; altri, invece, alludono a un boicottaggio commerciale per rallentare la corsa tecnologica in Cina. Comunque sia, ieri è stato un punto fermo nella storia di Huawei.
Il sistema operativo che è stato nel forno per sette anni si chiama Hongmeng e potrebbe venire a sostituire Android nei nuovi dispositivi a marchio Huawei. Questo nuovo sistema operativo sarebbe basato su Android, poiché è un sistema di base open source chiamato AOSP e può essere modificato per adattarsi all'azienda in questione. Così, ad esempio, abbiamo diversi "Androidi" a seconda che si tratti di un telefono Samsung, Oppo o OnePlus. Lo chiamiamo "livello di personalizzazione" e molti produttori ne approfittano per introdurre le proprie applicazioni, strumenti e persino pubblicità.
Il nome che è stato rilasciato, e che probabilmente è solo un nome in codice per la fase di sviluppo del sistema, è Hongmeng OS. A quanto pare, Huawei potrebbe averlo già installato e utilizzato in alcuni terminali di prova.
Huawei potrà continuare a utilizzare le applicazioni Google e il sistema operativo Android (tramite il layer EMUI) grazie a un'estensione fino al 19 agosto di quest'anno. Una delle grandi sfide che l'ingegnere di sistema deve affrontare quando ne crea uno nuovo è il supporto di applicazioni compatibili. Il sistema operativo con cui l'azienda Samsung ha tentato la fortuna, chiamato 'Tizen', aveva solo 5.000 applicazioni compatibili dopo due anni consecutivi, il che ha portato a un'improvvisa scomparsa. Per mettere l'utente in prospettiva, dobbiamo ricordare che solo nel Google Play Store possiamo trovare quasi 4 milioni di applicazioni, mentre nell'Apple App Store possiamo goderne poco più di 2 milioni.
È una grande domanda, per ora, come sarebbe esteticamente (scommettiamo sulle linee secondo il suo livello EMUI, molto simile, d'altra parte, a MIUI, livello Xiaomi), quale sarà il suo vero nome (dubitiamo molto che l'improbabile rimanga Nome HongMeng) e in quali terminali li vedremo per la prima volta. Ci sono media che speculano sulla possibilità che lo vediamo pienamente operativo entro il prossimo Huawei Mate 30 che arriverà nel nostro Paese a fine estate.
La stessa è la domanda che incombe sui terminali Honor, la fascia media in vendita online e di proprietà di Huawei. Entrambi i brand devono decidere presto quale sarà il loro futuro e non appena lo sapranno saremo in attesa di informarvi di tutto.